Educazione Finanziaria per la Scuola Secondaria: un Re medioevale batte monetaEducazione Finanziaria per la Scuola Secondaria - Episodio 2

La settimana successiva la Professoressa Zambetti torna in 3B per la seconda lezione di Educazione Finanziaria per la scuola secondaria: oggi parlerà del ruolo della moneta e di come si formano i prezzi. 

Per introdurre il ruolo fondamentale che hanno la moneta ed i prezzi nel mondo attuale però bisogna fare un salto indietro, a quando molti secoli fa il denaro non era ancora stato inventato e per scambiarsi ogni tipo di bene si ricorreva al baratto.   

Il baratto è definito come uno scambio di beni tra persone ed era tipico delle società primitive basate prevalentemente sull’autoconsumo.  

Esso permetteva di ottenere dei prodotti che la famiglia non era in grado di procacciarsi in autonomia ma poneva un grosso problema: perché uno scambio potesse concludersi era necessario  che il bisogno di chi aveva la merce A (il grano, per esempio) e cercava la merce B (la carne, per esempio) coincidesse perfettamente con chi aveva a disposizione la merce B e cercava la merce A. Qualora questo non fosse accaduto. sarebbe stato necessario completare una serie di scambi prima di poter ottenere il bene desiderato. 

Gli uomini cominciarono quindi a cercare un’alternativa più comoda, utilizzando oggetti d’uso comune che potessero essere ampiamente accettati, come ad esempio conchiglie, perline o il sale (che arrivò ad essere talmente utilizzato come merce di scambio da diventare la radice della parola “salario”, ovvero sale in cambio di una prestazione lavorativa). 

Si fa risalire invece al VII secolo a.C. in Lidia (una regione dell’attuale Turchia) l’introduzione delle prime monete coniate, prodotte in varie dimensioni (e di conseguenza diverso valore) con una lega di oro e argento. Da qui si diffusero rapidamente (cioè nel corso dei secoli 😊) in buona parte del mondo allora conosciuto, essendo più facili da utilizzare, meno soggette al deterioramento e più facilmente accettate, avendo un valore intrinseco, associato al materiale con cui tali monete erano fatte. 

Nel corso dei secoli cambiarono i materiali con cui le monete venivano coniate ma non cambiò il fatto che dapprima i piccoli sovrani e successivamente i grandi stati avessero l’autorità esclusiva di poter “battere moneta” in una certa zona geografica.  

Analogamente nel corso dei secoli più recenti, le Banche Centrali dei singoli stati si sono viste affidare in via esclusiva la possibilità di stampare banconote. Inizialmente le banche centrali dovevano avere riserve auree proporzionali alla quantità di moneta emessa, ma col tempo questo sistema risultò difficile da mantenere e venne di fatto a cadere con la fine degli accordi di Bretton-Woods nel 1971, quando gli Stati Uniti posero fine alla la convertibilità del Dollaro americano in oro a dei prezzi fissi. Da allora la moneta funziona essenzialmente ovunque non per il suo valore intrinseco, bensì per quello che rappresenta. 

La moneta moderna funziona per decisione delle autorità ed è infatti definita moneta legale o fiat money: essa ha lo stesso valore per tutti ed è la legge che obbliga chiunque ad accettarla come mezzo di pagamento. Perché questo sistema funzioni però è necessario che le persone abbiano fiducia, sia nell’istituzione che emette la moneta, sia nel fatto che quella particolare valuta continuerà ad essere accettata ovunque e mantenga il suo valore nel corso del tempo. 

-Quindi ragazzi, dopo aver visto brevemente la storia della moneta, cerchiamo adesso di riassumere quali sono le sue funzioni, in una economia moderna come la nostra: 

  1. E’ uno strumento di pagamento: facilita gli scambi e serve per comprare beni o servizi o per remunerare il lavoro 
  2. E’ una unità di misura: è utile per poter esprimere e confrontare i prezzi di tutti i prodotti (o per tenere traccia delle spese, come visto nell’episodio precedente) 
  3. E’ una riserva di valore: può infatti essere accantonata in un certo momento per essere utilizzata in futuro-  

-Perché questo accada però è necessario che la moneta mantenga stabile il suo valore nel tempo- prosegue la professoressa –ovvero che non ci sia una forte inflazione. Daniela tu sai cosa vuol dire?- 

-Ho sentito al TG che nell’ultimo anno l’inflazione è stata molto alta e la Banca Centrale Europea (BCE) ha dovuto alzare i tassi di interesse per abbassarla- 

-Corretto. Per inflazione si intende un aumento prolungato e generalizzato dei prezzi, che ha un impatto su tutti i cittadini ma soprattutto sulle fasce più povere, perché sono quelle che solitamente non possono ridurre le proprie spese, limitate all’essenziale per sopravvivere. Per questo motivo l’obiettivo della BCE è che l’inflazione sia molto contenuta, entro il limite del 2% annuo. 

Un’alta inflazione infatti danneggia seriamente l’economia: i prezzi aumentano ma i salari crescono solitamente con molta più lentezza facendo si quindi che diminuisca il potere di acquisto delle persone. Ovvero io guadagnerò gli stessi soldi di prima ma siccome i prezzi sono tutti aumentati, io potrò comprare meno cose rispetto a prima. Se questo è vero per tutti, allora potrà succedere che l’economia rallenti e che possa addirittura entrare in crisi, ovvero in recessione.  

Ma anche se sembra difficile da credere non è solo l’aumento dei prezzi ad essere dannoso per l’economia. Può esserlo anche una diminuzione dei prezzi, ovvero la deflazione– 

-Ma come professoressa? Se i prezzi diminuiscono, il mio potere d’acquisto aumenta. Perché dovrebbe essere una cosa negativa?- chiede Oscar 

-Nel breve periodo ti potrebbe sembrare una cosa positiva ma qui in questo caso entrano in gioco una cosa fondamentale nell’economia: le aspettative. Se vuoi comprare un nuovo computer ma ti aspetti che i prezzi scenderanno allora potresti decidere di rimandare il tuo acquisto al mese successivo, per pagarlo di meno. Ma se il mese successivo ti aspetti che i prezzi scenderanno ancora, rimanderai il tuo acquisto si un altro mese. Se tutti facessero lo stesso ragionamento però si innescherebbe una “spirale deflazionistica”, ovvero le aziende abbasserebbero i prezzi fino a livelli non più sostenibili per coprire i costi, quindi sarebbero costrette a chiudere e licenziare lavoratori, il che creerebbe una crisi nell’economia, che anche in questo caso potrebbe portare ad una recessione- 

-Caspita, ed io volevo solo spendere un po’ meno per il mio PC Gaming- dice Oscar. 

Tramite questi ragionamenti, gli studenti capiscono il ruolo fondamentale che ricoprono i prezzi nell’economia di mercato. La discussione procede bene in 3a B e gli studenti vogliono capirne di più. 

La professoressa Zambetti spiega loro cos’è la domanda e come questa cambia al variare dei prezzi (all’aumentare del prezzo diminuisce la quantità richiesta), cos’è l’offerta e come anch’essa cambi al variare dei prezzi (all’aumentare del prezzo aumenta la quantità offerta). Mostra loro le relative curve e come esse si incontrino nel punto di equilibrio, che determina la quantità ed il prezzo ottimale, sia per i produttori che per i consumatori. 

Spiega infine che questo equilibrio può variare a seconda delle condizioni (ad esempio il prezzo e la quantità di ciliegie disponibili a Marzo sono molto diversi da quelli di Giugno). 

Grazie a questa lezione gli studenti hanno ora capito il percorso che ha portato dal baratto ai moderni sistemi di moneta legale (come l’Euro), l’importanza dei prezzi ed i comportamenti dei compratori e dei venditori nella loro determinazione. Un altro tassello nel percorso che porterà questi ragazzi ad essere degli uomini e donne “oeconomicus” consapevoli. 


La serie di “Educazione Finanziaria per la Scuola Secondaria” si compone di 5 episodi. Ti lascio qui i link: 

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