elasticità della domandaL'elasticità della domanda al prezzo

Abbiamo visto in un precedente articolo come la domanda di un bene vari al variare del prezzo.  

Più precisamente ci aspettiamo che la curva di domanda abbia una pendenza negativa, ovvero all’aumentare del prezzo la quantità di beni richiesta diminuisca. 

Già ma di quanto diminuisce?  

Immaginate di essere il responsabile di una società di telepedaggio che di punto in bianco decida di raddoppiare il canone di abbonamento al proprio servizio: di quanto calerà il numero di abbonati, in virtù di tale aumento? 

La risposta a questa domanda è “dipende”. In pratica questa variazione potrà essere tanto più ampia (o più contenuta) quanto maggiore (o minore) sarà  l’elasticità della domanda di quello specifico bene rispetto alle variazioni del prezzo. 

Per aiutarci a capire un po’ meglio il concetto ci viene incontro ancora una volta il “Katz e Rosen” , il mitico testo di Microeconomia di cui ti ho parlato qualche tempo fa

Introduciamo quindi il concetto di elasticità della domanda al prezzo come la variazione percentuale della quantità domandata rispetto ad una variazione del prezzo. 

Algebricamente possiamo rappresentarla con la lettera epsilon (ε) dell’alfabeto greco e la seguente formula: 

ε = – (%ΔX / %Δp) 

Dove: 

  • %ΔX è la variazione percentuale della quantità di bene domandata 
  • %Δp è la variazione percentuale del prezzo del bene  

Poiché la curva di domanda ha pendenza negativa rispetto ad una variazione positiva del prezzo, il risultato del loro rapporto è un numero negativo.  

Per rendere l’elasticità ε un valore positivo aggiungiamo un segno meno all’inizio della formula.   

In questo modo, ad un valore ε maggiore  corrisponderà una domanda più sensibile alle variazioni di prezzo. 

Nota inoltre che misuriamo la variazione percentuale della domanda rispetto alla variazione percentuale del prezzo e non il loro valore assoluto.  

Questo ci permette di poter confrontare tra di loro le elasticità di beni diversi. Un aumento di 1 Euro di un kg di pane o di una Lamborghini, hanno infatti un significato molto diverso che non rende confrontabili questi due beni “in valore assoluto”. 

Ma se invece diciamo che sia il prezzo del pane che quello delle Lamborghini è aumentato del 20%, allora grazie al concetto di elasticità potremo analizzare di quanto diminuirà la quantità domandata per entrambi i beni e stabilire quale delle due è più elastica.  

Ci sarebbe naturalmente molto altro da dire sul calcolo dell’elasticità puntuale della domanda, sulle differenti variazioni per particolari casi della curva di domanda o sui fattori che incidono sull’elasticità di un bene ma non è l’obiettivo di questo articolo. 

Oggi volevo introdurti il concetto di elasticità, che per concludere possiamo definire come l’opposto del rapporto tra la variazione percentuale della quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo

In futuro avremo senz’altro occasione di riprendere ed approfondire questo prezioso concetto. 

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